- Muscoli della schiena: quali sono e di cosa si tratta?
- Muscoli superficiali del dorso del primo strato
- Muscoli superficiali del dorso del secondo strato
- Muscoli delle fasce profonde della schiena
- Muscolo lombare e fascia toraco-lombare
- Quali problematiche possono interessare i muscoli della schiena
- Come curare la contrattura muscolare alla schiena?
- I migliori esercizi per i muscoli della schiena
L’anatomia della schiena è un argomento di grande importanza per comprendere la complessa struttura muscolare che sostiene questa parte del corpo umano. La muscolatura della schiena, composta da una vasta rete di muscoli, svolge un ruolo cruciale nel fornire stabilità, flessibilità e movimento alla colonna vertebrale.
La conoscenza dell’anatomia della schiena e della muscolatura che la compone è fondamentale per comprendere le potenziali cause di dolore o problemi nella zona dorsale e per sviluppare strategie di prevenzione e trattamento adeguati. In questo articolo esploreremo l’anatomia della schiena e approfondiremo la muscolatura coinvolta, fornendo una panoramica completa di questa parte del corpo così essenziale per il benessere fisico.
I muscoli della schiena possono essere divisi in tre gruppi: superficiale, intermedio e profondo.
- Superficiale – associato ai movimenti della spalla.
- Intermedio – associato ai movimenti della gabbia toracica.
- Profondo – associato ai movimenti della colonna vertebrale .
Ecco un’accurata guida per conoscere l’anatomia dei muscoli della schiena, le loro funzioni e come rinforzarli per contrastare eventuali dolori e contrazioni.
Muscoli della schiena: quali sono e di cosa si tratta?
Quando si parla di muscoli della schiena si intende l’intero gruppo muscolare che ricopre la zona superiore-posteriore del torace o tronco.
Per conoscere l’anatomia della schiena si devono conoscere inanzitutto i fasci muscolari che la compongono. Questi comprendono uno strato di fasci più superficiale e uno più profondo la cui funzione è quella di gestire e consentire i movimenti del tronco e più in generale di tutto corpo umano. Infatti, anche se spesso non ci si presta la dovuta attenzione, i muscoli della schiena sono essenziali per il movimento della testa, del collo ma anche delle braccia e delle gambe.
Come accennato, la muscolatura si dispone su due strati. Questi sono divisi a loro volta in altri due strati, uno longitudinale situato al centro del dorso e uno che coinvolge le aree laterali della schiena. La loro posizione ne determina le differenti funzioni e caratteristiche. È essenziale sottolineare che i muscoli cosiddetti ‘della schiena’ partono dal collo e non dalle spalle come spesso si pensa erroneamente.
Muscoli superficiali del dorso del primo strato
Come detto poc’anzi, la muscolatura dorsale si dispone su più strati. Tra i muscoli superficiali del dorso appartenenti al primo strato vi sono il trapezio (o muscolo trapezio) e il gran dorsale (o muscolo gran dorsale). Questo insieme di fasci è conosciuto altresì con il nome di muscoli spino appendicolari.
Trapezio
Il primo è denominato trapezio poiché i fasci di entrambi i lati, di forma triangolare, si congiungono formando appunto questa particolare figura geometrica. La base, infatti, è localizzabile alla base del collo e percorre la colonna vertebrale. Esso ha origine nel cosiddetto terzo mediale della linea nucale, ossia le linee esterne presenti sull’osso occipitale. In particolare il trapezio si origina dalla protuberanza occipitale esterna.
Non solo, questo muscolo si origina altresì dai processi spinosi della VII vertebra cervicale e da quelle toraciche per poi intersecarsi con il terzo laterale posteriore clavicolare al margine del processo acromiale (sezione della scapola) e della spina scapolare.
Essendo un muscolo particolarmente esteso, il trapezio può essere suddiviso in tre parti a seconda delle funzioni svolte.
La prima, discendente dal trapezio, la seconda traversa del trapezio e la terza, ascendente del trapezio. In generale, la funzione del muscolo trapezio è quella di alzare, abbassare, addurre e ruotare la scapola, non solo, esso può altresì estendere e ruotare la testa nella direzione opposta ma anche inclinare lateralmente sia quest’ultima che la colonna cervicale. Inoltre, alzando la scapola, contribuisce alla flessione del braccio.
Gran dorsale
I muscoli dorsali ricoprono la maggior parte della superficie della schiena. Il muscolo gran dorsale infatti, è noto per essere il muscolo più esteso del corpo. Di forma triangolare, è situato nella zona lombare e occupa l’area laterale e inferiore della schiena. Esso, infatti, forma altresì la parete posteriore del cavo ascellare. Come il trapezio, anche il gran dorsale è suddiviso in diverse aree. La prima, chiamata vertebrale, è inclusa tra la fascia lombodorsale e si interseca tra le vertebre lombari, la cresta sacrale mediale e le ultime vertebre del torace. La zona scapolare, invece, ha origine all’angolo inferiore dell’estremità laterale della scapola.
L’iliaca, terza sezione del muscolo gran dorsale, si estende dal terzo mediale esterno del margine superiore dell’osso iliaco, ossia la cresta iliaca. Infine, l’ultima parte, chiamata costale, ha origine dalle quattro costole inferiori. I fasci muscolari del gran dorsale si dirigono lateralmente per poi intersecarsi sul lembo posteriore del solco detto bicipitale o intertubercolare dell’omero.
Le funzioni di questo muscolo sono molteplici, tuttavia, le principali riguardano l’estensione, l’adduzione e la rotazione dell’omero. Inoltre, questo contribuisce altresì all’adduzione della scapola e allo spostamento verso il retro della spalla. Non solo, esso è in grado di sollevare il tronco innalzando le costole e contribuisce all’allungamento del tratto lombare quando le braccia solo elevate.
Muscoli superficiali del dorso del secondo strato
A differenza del precedente, ossia quello più superficiale, questo strato è situato leggermente più in profondità ed è composto da sette fasce.
Splenio della testa
Nella zona superiore vi è il muscolo splenio della testa (da greco splenion, ovvero fascia), anche detto splenio del capo. Esso fa parte dei muscoli superficiali delle docce vertebrali.
Splenio nucale
Lo splenio nucale, invece, si origina nella zona inferiore del legamento nucale e nella settima vertebra principale, in particolare dai processi spinosi, e nella prima e seconda vertebra toracica.
Lo splenio, inoltre, si dirama nella zona superiore e in quella laterale del tronco inserendosi nel processo mastoideo dell’osso temporale (parte ruvida) e per 2/3 nella zona laterale superiore della linea nucale dell’osso occipitale.
Esso ricopre altresì il muscolo lunghissimo della testa (erettore della colonna vertebrale) e il muscolo semispinale (che permette di ruotare il collo nella direzione opposta) ed è sovrastato a sua volta da il muscolo sternocleidomastoideo (bipennato, simmetrico situato nella zona anteriore del collo), romboidi, trapezio e dentato posteriore superiore (cfr. Muscoli superficiali del dorso del primo strato). La sua funzione è quella di permettere al cranio di estendersi, ruotare e inclinarsi.
Splenio del collo
Nella stessa zona si trova anche lo splenio del collo (musculus splenius cervicis). Esso parte dalla zona dei processi spinosi della terza, quarta, quinta e sesta vertebra del torace ed è innervato dai nervi cervicali dei rami posteriori. Lo splenio del collo si trova al di sotto dei muscoli romboidi e del muscolo dentato nella zona posteriore-superiore. Non solo, questo ricopre il muscolo lunghissimo della testa e il muscolo spinale. La sua funzione è quella di permettere alla colonna vertebrale (nel tratto cervicale) di estendersi.
Muscolo elevatore della scapola
Poco più in basso si il trova il muscolo elevatore della scapola, ricoperto dal muscolo sternocleidomastoideo, è innervato da alcuni rami branchiali. Esso parte trasversalmente della prima, seconda, terza e quarta vertebra cervicale e si inserisce superiormente rispetto alla scapola. La sua funzione è quella di permettere il sollevamento e la rotazione della scapola.
Muscoli della schiena romboidi minori
I muscoli romboidi minori (piccola losanga muscolare) e quelli superiori (grande losanga muscolare) collegano invece la scapola alla colonna vertebrale. Questi sono situati sotto il muscolo trapezio e partono dalla prima e dalla seconda vertebra cervicale.
Quelli superiori, inoltre, sono collegati anche ai processi spinosi della prima e della seconda vertebra toracica. La loro funzione è quella di elevare e intraruotare la scapola.
Muscolo dentato posteriore superiore
Nella zona inferiore della schiena si trova il muscolo chiamato dentato posteriore superiore. Più precisamente questo è situato sotto il muscolo trapezio e il muscolo grande romboide. Il muscolo dentato posteriore superiore parte dalla base della nuca, in particolare dal legamento nucale inferiore, dalla prima, seconda e terza vertebra toracica e dall’ultima vertebra cervicale. Nella parte terminale laterale, il muscolo è collegato con quattro digitazioni carnose che si insinuano nell’area posteriore della seconda, terza, quarta e quinta costola. Esso, inoltre, è innervato dai nervi della zona costale.
La sua funzione è quella di permettere l’aumento del volume della cassa toracica durante la respirazione e funge da muscolo inspiratore.
Muscolo dentato posteriore inferiore
In ultimo vi è anche il muscolo dentato posteriore inferiore. Questo inizia nei processi spinosi della prima e della seconda vertebra toracica e dalla prima, seconda e terza vertebra lombare. Esso si inserisce, attraverso quattro digitazioni carnose, al di sotto delle ultime quattro costole. Il muscolo dentato posteriore inferiore è innervato dai nervi intercostali. La sua funzione è quella di abbassare la gabbia toracica e funge da muscolo espiratore.
Muscoli delle fasce profonde della schiena
Tra i muscoli appartenenti alle fasce profonde della schiena, localizzati nella regione occipitale, vi sono i muscoli suboccipitali. In particolare è possibile differenziare il muscolo obliquo inferiore della testa, il muscolo obliquo superiore della testa, il muscolo retto posteriore maggiore della testa, il muscolo retto posteriore minore della testa.
Muscolo obliquo inferiore della testa
Per ciò che concerne il muscolo obliquo inferiore della testa, questo è localizzato nella regione occipitale del dorso ed ha origine dal cosiddetto processo spinato della seconda vertebra cervicale, chiamata epistrofeo. Successivamente esso si inserisce nell’area superficiale del cosiddetto processo traverso della prima vertebra cervicale, ossia l’atlante. Questo muscolo è responsabile della rotazione della testa e dell’articolazione atlanto-assiale del lato in cui si interseca il muscolo. È impiegato per la flessione dorsale della testa ed è innervato dai rami dei nervi suboccipitali e dal grande occipitale.
Muscolo obliquo superiore della testa
Il muscolo obliquo superiore della testa, invece, è localizzato nella regione suboccipitale del tronco, più in particolare tra il muscolo semispinale e la membrana occipitale superiore. Esso si origina dal processo traverso dell’atlante per poi proseguire verso l’alto e il mezzo e si interseca con la squama occipitale ma anche nell’area superiore e laterale del muscolo grande retto.
Questo muscolo si occupa della flessione e della rotazione della testa. È innervato dai rami dei nervi suboccipitali e dal grande occipitale. Il terzo, ossia il muscolo retto posteriore maggiore della testa è un muscolo della regione suboccipitale del tronco e si origina dall’espistrofeo, ossia dalla seconda vertebra cervicale raggiungendo la squame dell’osso occipitale. La sua funzione è quella di stendere e ruotare l’articolazione che regola l’osso occipitale e l’atlante. È innervato dai rami dorsali dei nervi suboccipitali.
Muscolo retto posteriore minore della testa
Per ciò che concerne il muscolo retto posteriore minore della testa, questo è incluso nei muscoli della regione suboccipitale del collo e si interseca con l’impronta rugosa dell’osso occipitale e con il tubercolo della prima vertebra cervicale, l’atlante. Contribuisce alla distensione della testa e del collo ed è innervato dai rami dorsali dei nervi suboccipitali.
Muscoli traversospinali
Nelle fasce profonde della schiena vi sono altresì i cosiddetti muscoli traversospinali. Essi si differenziano in: muscolo semispinale del torace, muscolo semispinale del collo, muscolo semispinale della testa, muscolo multifido e muscoli rotatori.
Il muscolo semispinale del torace ha origine dai processi trasversali delle ultime cinque vertebre toraciche e si inserisce nei processi spinosi della sesta e settima vertebra cervicale e della prima e sesta vertebra toracica. Esso è innervato dai rami dorsali dei nervi spinali, pertanto favorisce la rotazione e l’estensione delle vertebre cervicali e toraciche.
Il muscolo semispinale del collo, invece, si origina dai processi trasversali delle prime cinque vertebre toraciche e si inserisce nei processi spinosi delle vertebre cervicali (C2, C3, C4, C5). Esso è innervato dai rami posteriori dei nervi spinali. La sua contrazione permette di estendere e ruotare la colonna vertebrale, dunque del collo.
Il terzo, ossia il muscolo semispinale della testa è composto da un’area dorsale e una laterale, si origina dai processi trasversali delle ultime quattro vertebre cervicali e dalle prime sei vertebre toraciche. Esso si inserisce sull’osso occipitale. La sua funzione è quella di permettere la rotazione e l’estensione della testa e della colonna cervicale verso il lato opposto. È innervato dai rami posteriori dei nervi spinali.
Muscolo della schiena multifido
Per ciò che concerne il muscolo multifido, questo è conosciuto anche con il nome di muscolo multibifido. Esso, infatti, ha origine dall’osso sacro, dai processi mammiliari delle vertebre lombari, dai processi trasversali delle vertebre del torace e dai processi articolari delle ultime vertebre cervicali. Questo si inserisce sui processi spinosi, delle vertebre lombari, cervicali e toraciche. In sintesi, esso copre la zona dorsale che parte dell’area dal sacro fino all’epistrofeo. Il muscolo multifico consente di estendere e ruotare la colonna vertebrale. È innervato dai rami posteriori dei nervi spianli.
Infine, i muscoli rotatori si dividono in cervicali, muscoli dorsali, lombari e sacrali. Essi consentono di ruotare la colonna vertebrale.
Tra i muscoli delle fasce profonde della schiena vi sono poi i muscoli interspinosi e i muscoli intertrasversali. I primi sono presenti in diverse zone del corpo, ossia tra la prima e la seconda vertebra toracica (muscoli interspinali toracici), nella zona cervicale (muscoli interspinali cervicali) e nella zona lombare (muscoli interspinali lombari). La loro azione permette di estendere il rachide, ossia la struttura che sostiene la testa. Questi sono innervati dai rami posteriori dei nervi spinali. Per ciò che concerne i muscoli intertrasversali, questi sono presenti nel tratto cervicale e in quello lombare. Essi sono impiegati nella flessione laterale del tronco e sono innervati dai rami anteriori dei nervi spinali.
Muscolo lombare e fascia toraco-lombare
Anche detta fascia lombo-dorsale, la fascia toraco-lombare non è altro che l’ultima parte della fascia connettivale che sovrasta i muscoli delle docce vertebrali. Questa è formata da un foglietto anteriore e un foglietto posteriore. Il cosiddetto foglietto anteriore è situato nella zona sottostante il rachide e si estende fino alla fine del tratto lombare. Nell’area superiore esso è collegato alla dodicesima costola, in quella inferiore è attaccato alla cresta iliaca (labbro interno) e al legamento ileolombare. Nella zona centrale, il foglietto anteriore si lega ai processi traversi della prima, seconda, terza e quarta vertebra lombare.
Lateralmente è collegato al foglietto posteriore. Analizzando complessivamente la struttura muscolare del corpo umano, è possibile dire che questo muscolo è posizionato più precisamente tra il sacro-spinale della zona dorsale, i quattro fasci del lombi e il grande psoas nell’area del ventre. Superiormente il foglietto anteriore, origina dei tratti fibrosi che formano il collegamento lombo-costale che interessa l’ultima costola e la prima e la seconda vertebra lombare.
Per quanto concerne il foglietto posteriore, questo ricopre il muscolo sacro-spinale ed è collegato nella zona finale della fascia nucale al muscolo dentato posteriore superiore e si dirama verso la zona sacrale del rachide. Nella zona mediana, questo si fissa ai processi spinosi appartenenti alle vertebre lombari e toraciche, ai cosiddetti legami sovraspinosi e alla cresta sacrale media. Il foglietto posteriore si collega con l’area posteriore del muscolo sacro e con la cresta iliaca (labbro esterno del terzo posteriore). Infine, lateralmente, esso si congiunge alle costole nell’interstizio tra l’ultima e la cresta congiungendosi al foglietto anteriore.
Quali problematiche possono interessare i muscoli della schiena
Una delle problematiche più comuni che coinvolge i muscoli della schiena è la contrattura. Questa può essere definita come una contrazione involontaria che coinvolge i muscoli scheletrici. La contrattura generalmente si presenta sotto forma di dolore insistente o intermittente. Il muscolo coinvolto appare al tatto rigido e ipertonico.
La causa della contrattura è da ricercarsi in uno sforzo (generalmente involontario) del muscolo oltre il limite fisiologico. Questo sovraccarico innesca un meccanismo di difesa che fa irrigidire istantaneamente il muscolo. In generale, la natura della contrattura può rivelarsi di natura meccanica o metabolica ovvero:
• eccessive sollecitazioni del muscolo, violente e repentine;
• mancanza dell’adeguata preparazione fisica;
• problematiche articolari;
• postura scorretta;
• assenza di coordinazione;
• mancato riscaldamento prima di svolgere un’attività fisica.
Pur essendo una delle problematiche muscolari più dolore e fastidiose, la contrattura rientra tra le lesioni muscolari di bassa gravità. Questa infatti non danneggia le fibre muscolari in maniera irreversibile bensì ne aumenta il tono conferendo rigidità e talvolta gonfiore.
Come curare la contrattura muscolare alla schiena?
Quando si manifestano contratture ai muscoli della schiena anche le più semplici attività quotidiane possono risultare difficili. Il dolore e il fastidio possono impedire di camminare, stare in piedi ma anche dormire o lavorare. Per questa ragione, il primo passo per curare le contratture muscolari della schiena è quello di rivolgersi ad uno specialista che sappia individuarne le cause ed effettuare una diagnosi. Non solo, il medico specialista può prescrivere, nel caso fosse necessario, una cura a base di farmaci e pomate. In alcuni casi, infatti, è necessario assumere oltre agli antidolorifici, anche farmaci antinfiammatori e miorilassanti. In genere, il medico prescrive la sospensione dell’attività sportiva e un periodo di riposo che può variare da pochi giorni fino a una settima/10 giorni.
Successivamente, una volta consultato uno specialista e rispettate le sue direttive, sarà possibile rivolgersi ad un personal trainer per svolgere esercizi in grado di alleviare il dolore e rinforzare la muscolatura. Inoltre, praticare discipline come il pilates o lo yoga potrà contribuire alla guarigione.
Non solo una delle pratiche che maggiormente sembra alleviare il dolore derivato dalle contratture muscolari è lo stretching o allungamento muscolare . Questo consente di allungare la muscolatura favorendo l’afflusso di sangue nell’area stimolata. Per lenire il dolore derivato dalle contratture muscolari è altresì possibile rivolgersi ad un massaggiatore qualificato che sappia distendere e sciogliere adeguatamente i muscoli dorsali laddove si presenta la contrattura e dunque il dolore.
Infine, vi sono poi i rimedi naturali. Tra questi è possibile annoverare i cerotti riscaldati, gli impacchi caldi e i fanghi. I primi consentono di alleviare le tensioni muscolari donando sollievo dal dolore. Gli impacchi, agiscono in modo similare ai cerotti. Sfruttando il calore, infatti, questi permettono alla muscolatura di rilassarsi. Infine i fanghi termali, agiscono come antinfiammatori e analgesici naturali.
I migliori esercizi per i muscoli della schiena
Per rafforzare la muscolatura dorsale è possibile svolgere quotidianamente esercizi mirati in grado di stimolare specifiche aree. In particolare, è necessario riprodurne la funzione aggiungendo un sovraccarico oppure utilizzando manubri, bilancieri ed elastici ma anche cavi o semplicemente sfruttando il peso corporeo. Per cominciare è possibile svolgere le cosiddette trazioni, i pull down oppure utilizzare la lat machine. Questi esercizi, infatti, se eseguiti con costanza e competenza, possono rinforzare il gran dorsale, il trapezio e i romboidi ma anche gli erettori spinali.
Se hai intenzione di migliorare la struttura muscolare della schiena leggi l’articolo sugli esercizi per rafforzare i muscoli la schiena .